Il melodramma

Mentre la pubblicazione della sua opera strumentale L’Estro Armonico otteneva un successo che ne faceva circolare il nome in Europa, Vivaldi iniziava anche la composizione di melodrammi per il teatro. Il 17 Maggio 1713 veniva rappresentata a Vicenza la sua prima opera, Ottone in villa: continuò a scriverne per tutta la vita, con messe in scena a Venezia (la prima fu Orlando finto pazzo), Mantova, Milano, Ferrara, Firenze, Roma... Vivaldi, in una lettera del 1737, afferma di aver scritto 94 opere, anche se se ne conoscono oggi solo una cinquantina.

Gli piaceva molto partecipare all’allestimento delle sue opere, preferendo dirigerne la prima esecuzione, anche nonostante la difficoltà dei rapporti con i divi del canto, i problemi dei teatri, e il costante rischio di perdere molto denaro. Fu anche per un periodo l’impresario del teatro Sant’Angelo di Venezia, uno dei sette attivi in quegli anni, grazie ai contatti con il precedente responsabile, Francesco Santurini. I doveri di un impresario nel ‘700 erano molti: doveva scritturare i cantanti, gli orchestrali, e tutto il personale necessario alla produzione operistica, firmare i contratti e controllare personalmente tutto il lavoro in teatro. Vi rappresentò non meno di diciotto sue opere, partecipando talvolta anche come violinista tra atto ed atto, e destando ammirazione per le sue incredibili capacità. Lavorò per i teatri d’opera dal 1714 fino al 1739, in procinto di partire per Vienna: nel suo periodo di permanenza a Mantova (1718-1720) fu anche ingaggiato come direttore musicale di corte.

Al suo ritorno a Venezia scrisse per i suoi teatri Teuzzone, Tito Manlio e La Candace. Nel 1721 la sua opera La Silvia venne rappresentata a Milano, mentre ottenne molto successo a Roma con Ercole sul Termodonte e Giustino. Scrisse poi altri titoli (uno messo in scena anche a Praga) mentre sembra chiudere gloriosamente la sua carriera di operista nel 1735, quando scrive quattro nuove opere per il Carnevale Veneziano: Adelaide, Griselda, Aristide e Ginevra.